Il consumismo è a causa della perdita del senso della vita sulla Terra. Oggi nasciamo e viviamo in una società consumistica. Questo è terribile perché riflette ciò che siamo, ciò che cerchiamo di avere e ciò che scegliamo di consumare. Tutto ci dice “sei se consumi”, e noi ci sentiamo vivi quando consumiamo. È così che diventiamo dei consumatori a tutti i livelli ma, alla fine, non solo non abbiamo più niente, ma addirittura non siamo più niente.
Questo riflette due forze fondamentali: essere e avere. Ci viene detto che l’intera società funziona se consumiamo, che i consumi stimolano la ripresa e la crescita economica, che è un atto patriottico. Ecco, quindi, che le grandi feste religiose, come il Natale e la Pasqua, sono diventate feste del consumo.
Per quale motivo bisogna consumare?
Consumare è diventato un atto fondamentale, ma per quale motivo? Qual è il senso? Per far muovere un’economia che si dirige dove? Verso un mondo senza religione, senza aldilà, un mondo senza senso, senza intelligenza: ecco a cosa ci porta il consumismo. È sempre stata la religione a dare un senso a ciò che facciamo, a chi siamo, a dove andiamo, al perché facciamo certe cose.
La religione è la cosa più bella, più nobile, più degna che sia mai esistita sulla Terra. È ciò che manca al mondo moderno. Non mi riferisco alla religione fanatica o settaria, ma parlo della vera religione: quella dell’amore per Dio, dell’amore per l’altro, per l’intelligenza, per lo studio, per la sensibilità, per le forze del cuore, per le forze della mente, per le forze della natura, per il grande libro della saggezza, per la bontà.
Ritroviamo la nostra dignità quando ci riconnettiamo alla nostra origine “Nessuno ha mai visto Dio. Il primogenito Figlio, che è nel seno del Padre, è colui che lo ha fatto conoscere”. Giovanni (1:18).
Nessuno ha mai visto Dio, ma se si guarda il mondo con uno sguardo profondo, ci si rende conto che non ci può essere creazione senza un creatore. In tutto c’è l’ignoto, il Dio che non si può nominare, l’origine, il primo dei matematici, Padre di tutti i numeri e di tutte le combinazioni. È il tutto possibile, la Kabbalah dice “Ain Soph Aur” – il nulla, il tutto, la luce, la vita, il tutto possibile’’. Questo “tutto possibile” è Uno e poi diventa multiplo, diventando espressione di tutti gli incontri, tutte le associazioni, è l’intelligenza, la saggezza e racchiude tutte le virtù; ma può anche racchiudere tutte le ‘contro-virtù’, perché tutto arriva dall’Uno.
Tutto ci parla di Dio: la musica, la matematica, la scienza. Quando Dio non c’è più, noi non siamo più nulla, perdiamo il senso stesso del nostro esistere e diventiamo dei semplici consumatori senza una ragione fondamentale. Perdiamo tutto, possiamo addirittura diventare consumatori dei nostri occhi: se ci allontaniamo dall’origine dei nostri occhi, da chi ce li ha donati, dalla fonte che ha creato questa meraviglia, allora perdiamo l’intelligenza del perché li abbiamo e del perché viviamo.
Siamo ciò che facciamo…
Dio ti dona la vita, ma tu che cosa ne fai? Ciò che tu ne fai rivela chi sei. Se vuoi sapere chi è una persona, guarda cosa fa con ciò che ha. Altrimenti, non puoi sapere chi è quella persona, è come Dio, è nascosta. Ma quando guardi cosa fa con ciò che ha, ossia con ciò che gli è stato donato, allora puoi vedere in modo preciso chi è. Perché Dio ti ha dato gli occhi? Perché Dio ti ha dato le orecchie? Perché Dio ti ha dato un cuore? Alcuni diranno che niente prova che sia Dio ad averci dato tutto questo. Va bene, ma niente prova il contrario. Questi due postulati sono credenze. Personalmente, scelgo la credenza più bella perché “il bello è lo splendore del vero”. Questa frase di Platone è magnifica: se i tuoi occhi si posano sul bello, allora potrai trovare Dio. I cammini per arrivare a Dio sono molteplici: ognuno di noi ha il diritto di scegliere il proprio cammino verso Dio, verso il Mistero dei misteri. Ciò che fai al più piccolo, lo fai al più grande, lo fai all’universo, perché ciò che ti è stato dato non è destinato a un mero consumo: ti viene dato da Dio. Gli animali e i vegetali ti sono stati donati da Dio, affinché tu potessi maltrattarli? Niente affatto. Ti sono stati donati perché tu ti prenda cura di loro, perché Dio è amore, Dio è rispetto, Dio è armonia, Dio è bontà. L’uomo è responsabile dell’animale, così come è responsabile dei vegetali, e della Terra intera. Non devi fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te. Dio, tramite Gesù, ti dice che tutto ciò che fai ai più piccoli, ossia a tutto ciò che è a un livello inferiore a te, in realtà lo fai a Lui.
La responsabilità della religione
Se non sei nella rettitudine, Dio può diventare disarmonia, rabbia, guerra perché potrebbe manifestarsi con un altro volto, assumerebbe il volto del distruttore. Questa è la sua legge numerica, sono i suoi numeri, è la sua legge musicale. Colui che non vive secondo la legge, la Torah, la santificazione, il Cristo, perirà per mano della legge. Perire non è qualcosa di negativo, perché, in realtà, niente può morire, ma intende piuttosto dire che verrà riciclato e dovrà ricominciare dall’inizio. Quindi, la religione ha una grande responsabilità perché ha il compito di guidare gli esseri verso l’intelligenza, l’educazione, la scienza. Deve essere portatrice di un valore, deve dare un senso alla vita. La religione deve essere festa e celebrazione, ma deve anche essere espiazione, perennemente nell’equilibrio. Se hai fatto qualcosa che non andava fatto, allora occorre rimediare, perché in tutto ciò che fai, ci sono dei mondi, degli spiriti, tutto è vivente, tutto è pieno d’anima.
Dinanzi a quale mondo t’inchini?
Dio ci ha donato la vita al fine di santificare il suo Nome, rendergli omaggio e donarGli tutto. È così che troviamo il senso unico, l’intelligenza, che giungiamo alla conoscenza del perché siamo sulla Terra. È così che scopriamo che c’è una vita più grande di quella che viviamo, che c’è una vita più sottile del corpo fisico. È così che andiamo verso lo spirito ed entriamo in comunione con lui. Dio è amore, Dio è insegnamento, Dio è saggezza, Dio non è paura, Dio è Colui che riconcilia. Religione significa collegarsi gli uni agli altri, non in gruppi ristretti, ma con tutti gli esseri, poiché noi tutti siamo un solo essere. Quando mi inginocchio davanti a Dio, sostengo un mondo, sia che sia musulmano, cristiano, ebreo, induista, sia se si tratti di una religione che, molto spesso, si spegne e non va verso l’insegnamento, l’intelligenza, l’iniziazione verso i Misteri della vita. Quando però mi inginocchio dinanzi la banca, al sussidio di disoccupazione o alla politica, e questo diventa il fine della mia esistenza, quando la mia vita finisce per limitarsi al mero consumo, allora tutto diventa estremamente pericoloso. Alla fine, mi ritrovo solo, faccia a faccia con me stesso e di fronte all’universo e raccolgo ciò che ho seminato. Mi ritrovo di fronte ai mondi che ho adorato perché, qualsiasi cosa si faccia, ci porta ad inchinarci davanti a un mondo.
Quindi, davanti a quale mondo t’inchini? È una domanda che merita di essere studiata attentamente e di essere meditata. Devi sapere quale spirito governa la tua vita. Qual è lo spirito fondamentale della tua vita? Lo devi conoscere. Ti devi guardare, ti devi analizzare, ti devi studiare. Se non studi te stesso, allora arriverà qualcun altro a dirti chi sei. E tu seguirai questo qualcun altro, senza alcuna riflessione, senza alcuna intelligenza. E crederai a ciò che ti si dice senza averlo verificato, senza sapere se è bene per te, se è bene per la vita.
Gesù, lo spirito di Dio
Dio ci ha inviato suo Figlio, Gesù. Egli non è superiore agli altri messaggeri del Padre, agli altri profeti. È un essere straordinario perché non ha un corpo, è in realtà lo spirito di Dio stesso. Ha pronunciato le parole del Padre, parole eterne, che erano state pronunciate dai Faraoni, da Enoch, da Krishna, da Abramo, da Buddha e altri ancora. Attraverso Gesù, possiamo entrare in comunione diretta con lo spirito di Dio, il mistero, il grande, l’origine, l’Uno.
È molto bello perché Gesù lo chiama “Padre”, ovvero il papà di tutti. Ciò significa che noi siamo una famiglia, un corpo, fratelli, sorelle e ancora di più: le cellule di uno stesso organismo. È una visione grandiosa. Ancor prima degli scienziati, Gesù è stato portatore di questa visione dell’unità della materia e della vita racchiusa nello spirito, una visione che oggi è riconosciuta dalla fisica quantistica. Ma gli uomini non sono in grado di concepire una tale visione. Pensano di averla scoperta loro stessi, quando in realtà, essa esisteva già. Solo che gli Esseni ne parlavano utilizzando parole diverse. Era un linguaggio esseno.
Entrare in comunione con il corpo di Cristo è entrare nell’Unità
Il nome Cristo indica colui che è santificato, che ha ricevuto l’unzione, che è stato Benedetto da Dio. È stato offerto a Dio, come un dono della terra al cielo, colui che ha ricevuto l’unzione, l’olio santo con il quale venivano santificati i preti. Cristo è uno spirito santificato ed è lo spirito di tutti, ecco perché dice: “Io sono in voi e voi siete in me” e ancora “Dove vado io, andate voi”. Parla della comunione, dell’essere insieme in un solo spirito, della capacità di trasmetterlo attraverso le sue parole. Le parole che ha pronunciato rivelano lo spirito, ma se ti fermi alle parole, allora sei vuoto. Se vai verso di lui, allora entri nella vita, nella pienezza. Gesù ha detto: “Mangiate il mio corpo e bevete il mio sangue”. Il suo corpo è il grano, la realtà della terra ed il suo sangue è il succo d’uva, ossia il sangue della Terra, la vita. Ci dice: “Questo è il mio corpo e se voi siete con me in un solo corpo, allora sarete portatori del mio spirito, lo spirito di Cristo”. Che cos’è, quindi, la comunione? È un atto solenne. Fare la comunione significa ‘essere insieme’, fare la comunione con la Terra, portare il pane e il succo di uva sull’altare di Dio. Ma voi potete fare la comunione con tutto ciò che esiste: le mele, l’acqua di una sorgente. Se voi ascoltate le parole di Gesù, oltre l’apparenza, vedrete apparire lo spirito della Luce. Cristo dice: “Seguimi, vai verso la vita, Io sono venuto perché tu abbia la vita”.
È tramite lo Spirito che dobbiamo entrare in comunione con lui. Solo così diventiamo il suo corpo sulla Terra e la comunità diventa il corpo di Cristo e noi diventiamo portatori di Cristo nelle nostre vite. Solo Lui ci permette di riconoscerci come un solo essere, pur essendo diversi nelle nostre individualità, ognuna delle quali meritevole di rispetto. Se ognuno di noi è diverso dall’altro, è perché Dio ha voluto così, ma noi dobbiamo essere animati da un solo spirito che ci deve guidare verso la Luce.
“La lettera uccide, lo spirito vivifica” – Corinzi 2 – 3,6
Dio ha parlato attraverso una moltitudine, ha parlato attraverso i Faraoni, Mosè, Buddha, Krishna, Abramo, Maometto, Gesù, San Giovanni e tanti altri. Dio non vuole essere ascoltato con il corpo e dice che, se porti la comprensione nel corpo, sarà qualcosa di limitato. Se ascolterai solo la lettera e porterai questo ascolto unicamente nel corpo, allora non ne comprenderai il senso. Non è mangiando tonnellate di ostie che si entra in comunione. Dopo 2000 anni, ne sono state mangiate di ostie, ma Dio è stato davvero incontrato? Non ci siamo invece, forse, addormentati? Non siamo, forse, diventati dei semplici consumatori di ostie? Si consuma il corpo di Dio per farne cosa? È terribile vedere che si può addirittura diventare consumatori di religione e dirigere tutto verso il nulla! Al contrario, se porti la comprensione verso lo spirito, ossia verso l’intelligenza, allora sarai nell’intelligenza, nella bellezza, nei mondi superiori. Quando Gesù dice: “Fate questo in memoria di me” ci invita ad andare oltre lo spirito, a entrare nel genio, nelle forze più grandi.
Gesù era un essere che si serviva del suo corpo come di uno strumento e che viveva già nel non-corpo e nei mondi più alti, nei mondi sottili. Viveva e si serviva del suo corpo per far apparire un mondo, che trasmetteva ai suoi discepoli attraverso i suoi insegnamenti: “Entrate nel mio insegnamento, nel corpo che è stato formato dagli Esseni e in questa Tradizione Essena, ma entrate in questo corpo come supporto dello Spirito. Entrate in comunione con il mio Spirito e vivrete con me eternamente. E io sarò con voi e continuerò a vivere con voi attraverso il mio Spirito”.
Olivier Manitara