Esoterismo

Dio il Padre-Madre e la Grande Famiglia Universale

Il ruolo dell’uomo è quello di essere un intermediario tra il Cielo e la Terra. Le parole dei Profeti e degli Inviati di Dio sono illuminate dalla Luce della Tradizione Primordiale ed assumono una profondità inaspettata, universale, che merita di essere meditata. In quest’alleanza millenaria, noi abbiamo un Padre, il cielo al di sopra di noi, e una Madre, la terra sotto i nostri piedi, che insieme ci riuniscono in una sola famiglia, facendo di ogni creatura vivente sulla Terra i nostri fratelli nella grande famiglia universale. “Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni si prolunghino nel paese che l’Eterno, tuo Dio, ti dona.” (Esodo 20:12) All’inizio Dio solo è. Egli è il grande “Io Sono Colui che è” che parla a Mosè sul Monte Sinai, è Jahvé, Jehovah, l’Eterno, il Padre-Madre, la sorgente originale in tutte le tradizioni, qualunque sia il nome che gli viene dato nel mondo. Poiché all’origine Dio solo esiste, Egli non può creare se non a partire da Se stesso, dalla Sua propria sostanza ed energia. Questa visione ci rimanda a ciò che gli indù chiamano “Brahma”, l’aspetto creatore della Divinità unica. Noi, gli uomini, viviamo nel mondo della dualità. È sufficiente guardare intorno a noi per comprendere come ogni cosa abbia il suo complementare: il giorno e la notte, l’inspirazione e l’espirazione, l’uomo e la donna, la nascita e la morte, l’intangibile e il tangibile. In effetti, ci è spesso difficile concepire l’aspetto visibile ed invisibile di ogni cosa, ma ci sono alcune religioni, come il Taoismo, che hanno ben spiegato questo paradosso attraverso il simbolo sacro dello Yin e dello Yang. Il Tao è un simbolo di Dio il Padre-Madre. Questo approccio unificatore mette fine all’antico dibattito filosofico sulla seguente questione: “Dio è immanente o trascendente?” Dio il Padre Nel suo principio Yang, maschile, Dio è al di là di ogni cosa visibile. Egli è il Grande Spirito degli Indo-americani, il Para Brahman degli Induisti, l’ultima Vacuità dei Buddhisti, il Padre di Gesù di cui parla San Giovanni nel suo Vangelo: “Nessuno ha mai visto Dio; il Figlio unico, che è rivolto verso il seno del Padre, Lui, lo ha fatto conoscere.” (Giovanni 1:18). Dio la Madre Nel Suo principio Yin, femminile, Dio si manifesta attraverso la Grande Natura. Tutto ciò che si può vedere è Lui, o meglio Lei, Dio la Madre. La Terra sulla quale camminiamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, il fuoco che ci riscalda fanno parte del suo corpo che ci viene offerto come un nutrimento. Così, Dio nella natura vivente è come una Madre che nutre i suoi bambini. In che modo può nutrirli? A partire dalle sostanze del suo corpo. La Terra ci porta con saggezza e amore. Essa ci nutre, ci protegge, forma i nostri corpi e ci permette di appoggiarci su di Lei per poterci elevare più in alto, verso le stelle, verso il Padre. In questo senso, la Terra è associata al principio di Dio la Madre. Lei rappresenta questo Principio e ne forma l’immagine, l’esempio perfetto. Gli Esseni, come gli Indo-americani o come tutti gli altri popoli primordiali, la nominano Madre-Terra o Madre. La Grande Famiglia Universale Noi siamo tutti nati dall’incontro dello Spirito e della materia, del Cielo e della Terra: del Padre e della Madre. Di conseguenza, siamo tutti fratelli e sorelle davanti a Dio e, insieme, formiamo la grande famiglia universale. Questa fratellanza non si limita soltanto all’umanità. Essa ingloba tutti gli esseri e tutti i regni della Creazione ed è stata l’ispiratrice del pensiero di San Francesco d’Assisi che vedeva un fratello nell’albero, nell’uccello, nel lupo, nel sole. Sulla Terra, l’uomo ha la funzione di fratello maggiore, egli è responsabile di tutti i suoi piccoli fratelli, cioè tutte le creature del mondo. Egli deve amarle e prendersene cura e se sceglie di non farlo, sarà chiamato a rispondere delle sue azioni, fino a che non avrà compreso la lezione e l’importanza delle parole di Gesù: “Ciò che tu fai al più piccolo tra i miei, è a Me che lo fai.” (Matteo 25:40) I 7 Regni della Creazione Nella Bibbia, è detto che Dio creò il mondo in sette giorni. Per intenderci: questi sette giorni sono simbolici e rappresentano in realtà un periodo molto lungo. I sette giorni della Genesi corrispondono alle sette tappe della condensazione dello Spirito nella materia. Essi corrispondono ai sette regni che sono: i minerali, i vegetali, gli animali, gli uomini, gli Angeli, gli Arcangeli, gli Dei o Elohim. La simbologia del numero sette è evidente anche nelle sette note della musica: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si; nei sette colori dell’arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto; nei sette giorni della settimana, e così via. La condensazione dello Spirito nella materia è simile al cambiamento di stato dell’elemento acqua che, dal vapore si trasforma in ghiaccio. Questo processo avviene a seguito di un abbassamento delle vibrazioni della materia, di un rallentamento della danza delle particelle. Lo stesso avviene per lo spirito, essendo strettamente legato al “tasso vibratorio” di un essere, ma ciò che avviene in questo caso è una perdita di coscienza, un addormentamento di tutto ciò che è sottile e vasto. Allora, l’eternità entra nel tempo, l’infinito diviene limitato e si ferma. Nel quadro della nascita della Creazione, secondo la Tradizione Primordiale, il processo di condensazione è cominciato con gli Dei, anche chiamati Elohim, ed è terminato con i minerali. Questa gerarchia dei sette regni della Creazione è rappresentata dalla Menorah, il candelabro a sette braccia, di cui ogni candela porta un colore dell’arcobaleno (rosso per i minerali e così via). Nella Menorah, la cui precisa descrizione fu fatta da Mosè quando egli ricevette l’ordine divino di fabbricarla (Esodo 25), il regno dell’uomo è rappresentato dal braccio centrale. Questo porta in sé tutti i regni, li unifica. Questo simbolo vivente ci ricorda che l’essere umano è stato inviato sulla Terra per unificare la terra, il visibile (minerali, vegetali, animali) e il cielo, l’invisibile (Angeli, Arcangeli, Dei),

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L’apertura del cuore “nell’istante presente…”

Per il cuore, la felicità, la vita, la pienezza risiedono là dove tu sei nell’istante presente. Per esempio, mentre fai una passeggiata in un bosco, mentre fai colazione, mentre prepari il cibo per qualcuno a cui vuoi bene e con cui lo vuoi condividere, mentre parli con degli amici in una sera d’estate su una terrazza sorseggiando una tisana, mentre guardi i tuoi figli che giocano in un prato, mentre ti rechi al lavoro, quando contempli un’alba, mentre guardi una sorgente d’acqua scorrere ed ascolti il suo canto, mentre indichi la strada ad uno sconosciuto nella via. Se passi accanto a tutto questo senza consapevolezza, ti limiti a sfiorare la vita, a sfiorare il tuo cuore. Invece, se riesci a vivere tutto questo con estrema naturalezza, senza alcun secondo fine, senza alcun interesse o scopo, allora sei vicinissimo allo stato di meditazione, al mondo spirituale, alla comunità della luce. Chi può indicare la strada a un passante e sorridergli amichevolmente e benevolmente, senza chissà quale tornaconto, è molto vicino a condividere con l’altro l’esperienza del suo cuore risvegliato, nella purezza e semplicemente per la gioia di condividere, di aiutarsi a vicenda, di incontrarsi. Allo stesso modo, un uomo può contemplare un fiore con rispetto, semplicemente per meravigliarsi della bellezza di questo essere e volere, a sua volta, farsi bello per rallegrare gli altri. Può ascoltare il canto degli uccelli per poi cantare lui stesso al mondo. In quel momento, il cuore si apre di più, quell’uomo è pronto per entrare nella comunità dell’Amore e ricevere l’insegnamento eterno. Ogni momento della vita può diventare occasione per fare il bene, per compiere un lavoro spirituale profondo, per risvegliarsi. L’uomo si rende conto che un’intelligenza è nascosta in tutto ciò che fa e in tutto ciò che gli si presenta durante la giornata, che tutto ha un filo conduttore e che lui stesso può influenzare gli avvenimenti per migliorarli e trasformare, così, il suo destino. Ad un tratto si accorge che fino ad allora viveva meccanicamente, come un automa, e che tanti dei suoi problemi erano causati da questo atteggiamento. Rendendo la propria vita consapevole e viva, i problemi si dissolvono. Quando un essere è giunto, attraverso questa presa di consapevolezza, a risolvere da solo un gran numero di difficoltà, allora può iniziare ad aiutare gli altri. Solo il cuore risvegliato è capace di dare a tutti i piccoli avvenimenti della vita quotidiana, anche quelli più insignificanti, una nuova dimensione ed è proprio questa dimensione a rendere la vita bella e piena. Quando il cuore è chiuso l’uomo inizia a essere scontento di tutto, si lamenta, critica, accusa, cerca di vendicarsi e scivola inevitabilmente nella sfera del male e della sofferenza. Nella nostra civiltà va di moda essere scontenti e criticare tutto, senza fare niente in prima persona per migliorare la situazione. Un tale atteggiamento dimostra solo il grado di decadimento del cuore e dell’anima. È come se il cuore dicesse: “Ti ho dato tutto; quindi, prima di essere scontento guarda cosa ne hai fatto di tutti i miei tesori, e soprattutto guarda cosa hai fatto per me.” Tutti i giorni occorre cercare e trovare ciò che ci può ricollegare con la grande soddisfazione, al fine di non passare da ingrati di fronte alla bontà della vita che ha dato all’uomo tutto. Olivier Manitara

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Portare un Angelo nella propria vita

La via della Scienza iniziatica senza tempo della Tradizione Essena si apre al mondo esterno e ci permette, al giorno d’oggi, di prendere l’impegno di «portare un Angelo, una virtù» nel nostro quotidiano, attraverso la pratica di un rituale sacro, al fine di onorare la parola divina data all’umanità dai nuovi Vangeli Esseni degli Arcangeli. Se abbiamo la possibilità di portare un Angelo nella nostra vita è perché il mondo degli Angeli si è associato, tramite un’Alleanza di Luce, al progetto della Ronda degli Arcangeli e alla Nazione Essena. È attraverso l’alleanza con un Angelo che ci viene data l’opportunità di aprire e seguire questo cammino verso la Luce del mondo divino, che è l’unica a poter dissipare le oscurità della notte. È in occasione delle grandi Celebrazioni degli Arcangeli che si svolgono in Italia, tramite un impegno sigillato da una consacrazione, che si entra nel cerchio della «Ronda degli Arcangeli». La Ronda degli Arcangeli si svolge nell’arco di un anno. Si articola in 4 moduli principali della durata di 3 mesi. Ciascuno di essi comincia con le 4 grandi feste essene annuali, in corrispondenza dei cambiamenti di stagione: i solstizi d’estate e d’inverno, e gli equinozi di primavera e d’autunno. Questo evento è il più antico metodo presente, ancora oggi più che mai, che permette, grazie al potere magico, di collegarci al mondo Divino e costruirci un corpo di Luce (o corpo d’immortalità). È stato il Maestro Enoch, primo Uomo-Dio, ad aver ritrovato il cammino verso il mondo Divino, dopo la caduta, avviando il percorso d’iniziazione. È stato il primo ad aver celebrato il mistero Divino sulla Terra ed è diventato il padre fondatore dell’ininterrotta stirpe dei Maestri e delle Maestre, o Figli del Sole, della Tradizione del popolo dei Figli della Luce, gli Esseni. Una stirpe di Maestri, custodi di questa Tradizione, è allora apparsa nel corso della storia, come tra l’altro: I Faraoni dell’Egitto, i Profeti di Israele, i Manichei, i Bogomili, i Templari, i Catari…e così via. Oggi, circa sette secoli dopo la profezia fatta nel 1309 da Bélibaste, l’ultimo profeta cataro: “Tra 700 anni, l’alloro rinverdirà», il cuore dei Catari e la Tradizione Essena risorgono dalle proprie ceneri attraverso la Ronda degli Arcangeli. La Ronda degli Arcangeli è una magia molto potente, una scrittura divina sulla terra: costituisce il corpo di Dio. È una benedizione, un tesoro che ha lo scopo di far partecipare «la Terra intera», intesa come il più grande numero di esseri possibile, a questo cerchio di protezione che è sotto l’autorità delle forze della Luce e, pertanto, intoccabile dalle forze oscure grazie ad un’Alleanza che è stata realizzata dal Maestro Esseno, Olivier Manitara, fondatore della Nazione Essena Contemporanea. La Ronda degli Arcangeli è accessibile a tutti gli esseri: non importa quale sia la loro religione o le loro credenze. È un legame che collega autenticamente e profondamente tutte le religioni tra loro: costituisce un potente legame di luce che può guidare tutti verso i mondi superiori. Da essa è nato il Cerchio degli Angeli: sono uomini e donne che si impegnano a prendersi cura del Divino nell’umanità e nella loro vita, aprendo così la via dell’Uomo-Angelo. È tramite questo “metodo” magico che si avvia e si costruisce il corpo d’immortalità, ora reso accessibile a tutti coloro che si impegnano in questo grande cerchio di Alleanza e di protezione, che è la Ronda degli Arcangeli. Il primo passo è di entrare nella Ronda degli Arcangeli e celebrare le 4 stagioni: ovvero i 4 elementi nel lato visibile, i quattro Arcangeli nel lato invisibile. Gli Arcangeli sono i rappresentanti del principio del Padre, di Dio e della sua intelligenza superiore. Sono le autentiche guide dell’umanità, le quali si sono sempre espresse sia attraverso le parole che gli atti eroici di tutti i grandi Maestri e le grandi Maestre spirituali dell’umanità: da Enoch a Zoroastro, a Ermete Thot, a Mosè, Buddha, Lao Tseu, Gesù, Mani e più vicino a noi tramite Rudolf Steiner, Peter Deunov, Omraam Mikhaël Aïvanhov e Olivier Manitara. Quando entri, come Esseno, nella Ronda degli Arcangeli vieni collegato, in modo collettivo, all’Angelo della Ronda degli Arcangeli, prendendo l’impegno di fare un piccolo rito quotidiano per rinforzare il legame con il tuo Angelo e onorare il mondo divino. Questo Angelo è il custode di una Virtù e questa virtù sarà il tuo punto di contatto con il tuo Angelo. Questo Angelo è il messaggero del Divino nella tua vita, è lui che ti guiderà anche nel dopo-vita se ti prenderai cura di Lui, quindi del piccolo seme che depositerà all’interno di te, che è come un potenziale infinito. Attraverso questo impegno, riceverai la benedizione di un Angelo, che diventerà il tuo compagno di vita. Questa unione viene incisa in una pietra verde di giada nefrite e viene potentemente attivata in occasione di ogni Celebrazione stagionale degli Arcangeli. Collegarsi in modo attivo alla Ronda degli Arcangeli è uno dei metodi più potenti che esistono oggi, ed è una grande Benedizione sul tuo cammino di Luce. Per sapere come partecipare alle Celebrazioni della Ronda degli Arcangeli o come diventare scrivere a: info@nazione-essena.it

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Gesù e gli Esseni – La sua vera storia

Se c’è davvero una storia poco conosciuta dalla maggior parte dei cristiani, è il legame di Gesù con l’attuale tradizione Essena. Che sia una verità nascosta, fraintesa o ignorata, resta il fatto che molti cristiani non conoscono la vera storia del cristianesimo. Tuttavia, questa informazione è cruciale per comprendere la quintessenza del suo messaggio universale e gettare nuova luce sugli insegnamenti di chi è considerato un pilastro di questa religione: Gesù di Nazaret. La parola “Nazareth” usata nel Nuovo Testamento rivela informazioni cruciali. In effetti, studi di storici e archeologi dimostrano che la città di Nazareth non sarebbe esistita, almeno per come la conosciamo oggi. Perché allora gli evangelisti insistono sull’appartenenza di Gesù a Nazaret? Era semplicemente per indicare a coloro che sanno leggere tra le righe che Gesù era un Nazareno. Infatti, se Nazaret come città non esisteva in quel periodo storico, i Nazareni erano effettivamente presenti al tempo di Gesù. Erano una comunità molto antica proveniente dalle scuole dei misteri egizi, caldei, atlantidei e dagli insegnamenti segreti di Mosè. “Nazareni”, la cui etimologia (Nazir-ha – Brit, forma precedente a Nazrie – ha – Brit, che si trova comunemente) significa “guardiani dell’Alleanza”, coloro che proteggono il nascosto e che si prendono cura del mistero di Dio in tutte le cose attraverso i secoli. Quindi, quando si fa riferimento a Nazaret nel Nuovo Testamento, si fa riferimento alla comunità di uomini e donne guardiani dell’Alleanza divina a cui apparteneva Gesù, in cui aveva vissuto. I Nazareni, “quelli che conoscono il nascosto”, è un altro nome degli Esseni. Al tempo del Maestro Gesù, l’Ordine degli Esseni era in piena attività e la gente veniva da tutto il mondo per incontrarlo. Era necessario superare un periodo di prova che durava da uno a tre anni, per poi rinunciare al mondo, dare tutti i propri beni alla comunità e vivere secondo le prescrizioni dell’ordine. Quindi l’aspirante poteva gradualmente salire i gradini che portano all’illuminazione sotto la guida amorevole dello ierofante e del grande Maestro. Nel suo libro L’Insegnamento di Gesù l’Esseno, Olivier Manitara, Maestro autentico esseno di questa tradizione che risale a tempi immemorabili, sottolinea che c’era anche un altro modo più alto e più segreto di entrare in questa scuola, attraverso la porta della nascita. Era la comunità dei Nazareni, quelli che erano stati consacrati a Dio prima della nascita per desiderio dei loro genitori iniziati, e che venivano sulla terra per compiere una missione divina. Questo è stato il caso, ad esempio, di San Giovanni Battista o persino di Gesù stesso. La parentela essena di Gesù È importante notare che al tempo di Gesù c’erano diversi rami della tradizione essena. Quello menzionato nei Rotoli del Mar Morto era un ramo già scomparso della tradizione Essena. Tanto da dedurre che non fosse più neanche realmente legato all’alleanza originale. In effetti, questo ramo era strettamente legato alla religione ebraica. Gli Esseni di questa corrente erano molto severi, dogmatici, ascetici. Era vietato alle donne di entrare nella comunità. Praticavano una disciplina molto austera. Questi furono chiamati Esseni, Nazareni. Altri erano, invece, chiamati zeloti, erano come dei gruppi politici determinati e armati, pronti a fare qualsiasi cosa per sostenere la legge del Dio degli ebrei. Nel Vangelo dei cristiani, si fa riferimento all’arresto di Gesù dove, circondato da zeloti, alcuni dei suoi discepoli presero le armi per difendere Gesù. Gesù disse loro: “Chiunque colpisca con la spada perirà con la spada”. “ Così, si discostò da questo ramo degli Esseni che scomparve. Prima della nascita di Gesù, vi fu una divisione tra gli Esseni. Un gruppo maggioritario rimase fedele all’insegnamento con un’inclinazione molto dogmatica. E un altro, una minoranza cercò di coltivare l’insegnamento interiore e di viverlo in libertà e amore (Vi consigliamo di approfondire questo tema leggendo il libro: “Maria, La Vergine Essena” di Olivier Manitara – Edizioni Psiche 2 – disponibile in tutte le librerie). Questo gruppo, di cui faceva parte la Beata Vergine Maria, rimase fedele all’eredità del profeta Elia. Come spiega Olivier Manitara nella sua opera Giuseppe, l’altro Padre di Gesù, Elia era un vero Figlio di Dio in cui viveva una missione segreta che era nota solo agli Esseni che rimasero fedeli alla purezza della loro tradizione. Questa missione era stata rivelata a Mosè attraverso Enoch sul Monte Sinai. È in definitiva l’unica missione degli Esseni attraverso i secoli: dare alla luce i grandi Maestri che sono gli unici a poter far trionfare la Luce e portare la benedizione del mondo divino sulla terra. Custode di questo segreto di cui era l’unico erede, Elia costruì templi in Palestina, sulle pendici dei monti Horeb e Carmel. Su queste montagne c’erano grotte in cui Elia e altri saggi superarono le più alte iniziazioni, che una volta avvenivano nei templi d’Egitto. Così, egli fu in grado di ripristinare, in questi templi del Monte Carmel, l’iniziazione femminile delle figlie di Iside in modo che si potesse formare una linea di donne pure nell’apprendimento delle virtù della Madre come la dolcezza, la tenerezza, la gentilezza, la purezza, la delicatezza, prendersi cura l’uno dell’altro. Per Madre, s’intende il principio complementare del Padre, l’intelligenza nascosta dietro tutte le manifestazioni della vita. Con questo lavoro, Elia preparò consapevolmente le condizioni necessarie affinché chi doveva diventare il Messia beneficiasse di una struttura e di un ambiente favorevoli al compimento della sua alta missione. Così, diversi secoli dopo, Elia attraverso San Giovanni Battista annunciò l’imminente arrivo del Messia. È anche grazie a questo lavoro compiuto secoli prima che Maria, la madre di Gesù, fu in grado di essere educata e iniziata ai segreti dei templi del Monte Carmel per prepararsi ad accogliere chi venne annunciato come la reincarnazione del grande Zoroastro. Vergine non nel suo sesso ma per la sua concentrazione, la sua apertura, la sua meditazione e cultura dello spazio interno dei suoi pensieri, Maria fu in grado di creare un legame con la sua anima. Questo legame con l’anima le permise di entrare in un altro mondo, di essere in relazione con questo. Dalla fusione di questi due mondi nella purezza, nacque una saggezza che non veniva dal mondo dell’uomo, ma illuminava questo mondo,

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Gli Arcangeli

Affrontare la questione degli Arcangeli non è un processo semplice perché, come possiamo parlare di un mondo in cui non viviamo e di cui ignoriamo la realtà? Sebbene la loro esistenza sia confermata negli scritti della tradizione giudaico-cristiana e di molte correnti conosciute come la New Age, è difficile avere un’idea chiara, spoglia da qualsiasi fantasia, illusione, menzogna, che ci consenta di avvicinarci a loro nel giusto atteggiamento e nella giusta educazione. 1. Chi sono gli Arcangeli? Il modo attraverso il quale affronteremo questa domanda è quello della struttura dell’universo. In effetti, la gerarchia dell’universo ci dà già una prospettiva della natura degli Arcangeli e del loro ruolo nella creazione. Si dice che Dio abbia creato il mondo in 7 giorni. Non si tratta ovviamente riferito al tempo ma ai 7 regni della Creazione: gli Dei, gli Arcangeli, gli Angeli, gli uomini, gli animali, le piante e i minerali. In questa gerarchia si possono distinguere due gruppi di regni: quelli del cielo, del Padre (Gli Dei, gli Arcangeli e gli Angeli) e quelli della terra, della Madre (Uomini, animali, piante e minerali). Il Padre è il principio animatore e creatore nascosto, colui che vive oltre ogni vita. Rimanendo invisibile, si rivela attraverso tutte le sue creature con i suoi principi immutabili eterni (gli Dei), le sue leggi eterne (gli Arcangeli) e i suoi fatti, le virtù delle leggi (gli Angeli). Sono questi principi, queste leggi e virtù che costituiscono ciò che viene chiamato il mondo divino. La Madre è l’intelligenza sottile che accoglie tutte le creature nel mondo manifestato. È la natura e l’intelligenza nascosta dietro di essa. Pertanto, l’universo è governato da leggi divine che l’uomo deve studiare e applicare per vivere in armonia con il mondo divino. La legge di cui stiamo parlando qui è giusta. È divina e viene dal Padre. È lei che ha strutturato tutti i mondi e permette loro di vivere. Quindi, secondo la saggezza essena, gli Arcangeli sono in realtà la legge divina. “Noi Arcangeli viviamo in un mondo di leggi. Noi siamo la legge divina” (Vangelo dell’Arcangelo Gabriele, Salmo 121, versetto 6).  Sono quindi i guardiani del mondo divino che non fanno entrare nulla che non sia conforme alla Luce, alle leggi divine. Di conseguenza, il mondo divino non si avvicinerà mai ad un mondo confuso e non lo convaliderà; viene a vivere unicamente in ciò che gli corrisponde, in ciò che è saggio, strutturato secondo le leggi, in armonia con la sua stessa natura. Un Arcangelo è un guardiano della Luce che proviene da un mondo in cui la Luce è un oceano infinito e immortale che nessuno può estinguere. In questo mondo, è l’oscurità che è debole. Invece, sulla terra, è completamente l’opposto, dal momento che non sono le leggi divine a governare le nostre vite ed è l’oscurità a governare il nostro mondo. Per invertire la tendenza, spetta all’uomo rispettare le leggi del mondo divino per attirarlo nella sua vita, ma purtroppo gli uomini hanno coltivato idee sbagliate sul mondo divino e sulle leggi che lo governano. Questo è uno dei motivi per cui un Arcangelo viene sulla terra attraverso un Maestro, in una tradizione e in una scuola Essena per onorare la promessa di Dio che non vuole rinunciare alla Luce che brilla nelle tenebre e vuole diventare cosciente. In effetti, se conosciamo l’esistenza degli Arcangeli oggi, è grazie a Enoch, che fu il primo Maestro. Enoch è il padre-madre della tradizione della Luce sulla terra. Fu lui, il primo, a ricevere la rivelazione delle leggi di Dio e a trasmetterla a noi attraverso un lignaggio di Maestri, Profeti che ci hanno lasciato la sua eredità di poter essere figli, persino genitori della Luce sulla terra. Molto prima di Gesù, Enoch racconta la sua esperienza e la sua missione. È il grande mistero divino che gli parla in questi termini attraverso gli Arcangeli e gli Angeli: “Sono il Signore, non creato da mani e senza cambiamento. Il mio pensiero è l’intelligenza di tutti i mondi sottili. La mia saggezza e il mio verbo sono i creatori di tutto ciò che esiste nei mondi manifestati. I miei occhi osservano tutte le cose che mi stanno davanti nel timore dell’ignoto. Se distolgo lo sguardo, tutto ciò che viene creato tornerà al non manifestato. Apri la tua mente, Enoch, e conosci colui che ti parla e ti istruisce. Ti invio gli Angeli che ti hanno condotto da me affinché possano essere i tuoi guardiani e insegnarti i miei comandamenti. Torna sulla terra e racconta agli uomini fedeli ciò che ti ho detto e tutto ciò che hai visto, dal primo cielo al mio trono, così come le gerarchie angeliche. Perché ho creato tutto e tutto è al mio servizio. Dai loro libri scritti a mano, li leggeranno e così mi conosceranno come il Creatore di tutte le cose. Capiranno che non esiste altro Dio, oltre a me. Lascia che distribuiscano i libri che hai scritto ai tuoi figli, generazione dopo generazione, nazione dopo nazione. Ti do, Enoch, il mio intercessore, l’Arcangelo Michele per proteggerti dalle opere dei tuoi padri Adam, Seth, Énosh, Caiman, Mahaleleel e Jared, tuo padre. Non mi rispettano, rifiutano i miei comandamenti, preferiscono inchinarsi ai falsi dèi piuttosto che a me. Sono riusciti a convincere il mondo con i loro insegnamenti, a commettere le offese più abominevoli, il più delle volte l’una contro l’altra, il più delle volte con inconcepibile malvagità. “ Nel suo Vangelo, l’Arcangelo Raffaele ci spiega i motivi per cui gli Arcangeli attribuiscono importanza al lignaggio dei Maestri: “Sono per noi il regno del Padre nel tuo mondo. Finché un Maestro è vivo sulla terra, non possiamo abbandonarlo. Se questa linea si interrompe, il mondo degli uomini non esisterà più per gli Arcangeli. Quindi gli Angeli lasceranno la terra e gli uomini saranno completamente invasi dai regni inferiori della mortalità” (Vangelo dell’Arcangelo Raffaele, Salmo 39, versetto 1). Questo dimostra l’importanza del lignaggio dei figli e delle figlie di Enoch che portarono la Luce sulla terra. Enoch, attraverso il suo sacerdozio sacro, permise a un mondo superiore di parlarci e di trasmettere le sue leggi e i suoi comandamenti. Noi chiamiamo: –

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Il Padre Nostro Esseno

Tutte le parole del “Padre Nostro” sono dei “mantra”, delle chiavi per risvegliare la coscienza, per conoscere i misteri della vita e per la guarigione di tutti gli esseri, in tutti regni del Creato. Esistono 3 varianti della pratica di questa Preghiera “in movimento”, per armonizzarci nel nostro quotidiano con noi stessi e la vita. Con il corpo attraverso dei movimenti precisi, provenienti dalla Saggezza Antica dell’Egitto, si viene guidati verso il nostro vero sé, verso la scoperta dei misteri della Natura, del Cosmo e dell’Intelligenza che si cela dietro essi. Onorare i Misteri della vita con un’attitudine giusta e piena di dignità e di grandezza, garantisce una crescita personale di fratellanza spirituale e anche iniziatica. Si tratta di un nobile cammino che si rivela interiormente, nell’intimità, man mano che si studiano e praticano questi movimenti sacri con regolarità. Questa pratica è aperta a tutti. Per approfondire questa pratica vi consigliamo il libro: “La Preghiera segreta di Gesù. Il Padre Nostro Esseno” – Insegnamenti e pratica in movimento – Olivier Manitara – Edizioni Psiche 2 – Disponibile in tutte le librerie sia fisiche che on-line –

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Movimento Esseno o Ieupaneuritmia

Il Maestro Rudolf Steiner ha portato l’Euritmia. Il Maestro Peter Deunov ha portato la Paneuritmia. Il Maestro Olivier Manitara ha portato la Ieupaneuritmia, il cui fine risiede nel perfezionare tutte le tappe di quest’arte del movimento meditativo. Nell’arte del movimento meditativo o Ieupaneuritmia: IEU: è l’unione dello spirito e dell’anima, del cielo e della terra. PAN: è l’aspetto universale. EU: è l’anima individuale degli esseri e delle cose. RITMIA: è la forza creatrice che anima la materia. L’arte del movimento meditativo è un insieme di movimenti praticati lentamente, al fine di sviluppare un’attenzione sempre più cosciente ad ogni movimento, a ciò che sentiamo, a ciò che pensiamo. I movimenti, i sentimenti e il pensiero sono chiamati “i tre mondi” nella Tradizione Essena. Nell’arte del movimento meditativo, gli Esseni si sforzano di lavorare con questi tre mondi, affinché essi si attivino e si armonizzino tra di loro nel proprio essere. Così facendo, è possibile ottenere: La chiarezza nei pensieri, attraverso dei pensieri coscienti e volontari legati a delle frasi e delle parole precise (ad es. delle virtù); L’armonia nei sentimenti, attraverso la creazione cosciente di sentimenti in relazione con queste virtù; La calma nei movimenti del corpo e la padronanza del respiro, attraverso movimenti lenti e coordinati. Attraverso i pensieri, i sentimenti e i movimenti coscienti, si possono mettere in relazione i due mondi, situati al di sotto di noi (la Madre) e al di sopra di noi (il Padre). Grazie alla pratica di questi movimenti, ciascuno associato ad una virtù, è possibile prendere coscienza e ringraziare tutti questi mondi che sono in noi e intorno a noi. La grande calma nel corpo e nella respirazione, la grande armonia nei sentimenti e la chiarezza nei pensieri, come un lago di montagna senza onde che riflette il cielo, creano i presupposti necessari affinché un Mondo Superiore si rifletta in noi. Attraverso la concentrazione si sviluppa l’attenzione e una possibilità di risveglio appare. L’energia è saggezza. L’energia è amore. L’energia è sempre vera. Bisogna entrare nella saggezza, nell’amore e nel vero, essendo gioiosi, disponibili, aperti, rilassati, fiduciosi e sereni.

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La Kabala Divina

La Kabala oggi è vivente, non come una superstizione, una rivelazione che sarebbe stata viva in passato e che sarebbe continuata meccanicamente al giorno d’oggi; no, è viva come un’arte di vivere e un’Intelligenza in azione. L’obiettivo dell’autentica Kabala è quello di creare un corpo perfetto dentro e fuori dell’uomo che permetta alla Parola delle Origini, la Parola Divina di manifestarsi e diventare carne. Una volta creato questo corpo nell’uomo, non ha più il sapore della morte, ma può vivere con gli Dei; entra nel sentiero dell’immortalità. Intorno all’uomo, questo corpo genera quindi una perfetta civiltà, una vera società. Questo corpo è anche chiamato: il regno del Padre e della Madre, l’unione di cielo e terra. La parola “Kabala” significa “Tradizione”, “trasmissione”. La dottrina esoterica degli ebrei fa risalire questa tradizione a Mosè che, dopo aver ricevuto le tavole della Legge, attraverso Enoch, trasmise solo una parte al popolo e riservò l’altra a coloro che furono iniziati ai misteri più sacri. A sua volta Mosè fu in grado di trasmettere la Kabala perché egli stesso la ricevette dai grandi ierofanti dell’Egitto. Le tavole della Legge sono i cartigli del Faraone e Mosè discende dal Sinai come il nuovo Faraone, il nuovo Figlio del Sole, la nuova guida dell’umanità e della terra. Trasmette la “Thot Ra” o “Torah” a un popolo di sacerdoti che sono anche chiamati Esseni, coloro che mantengono il corpo del Faraone. È questo corpo vivente, questa Arca dell’Alleanza, questo verbo fatto carne che è Faraone e che rinnova costantemente la memoria divina e la tradizione dei Maestri sulla terra. I cartigli della Torah e del Faraone Nell’antico Egitto, il Faraone era il rappresentante del Mondo Divino sulla terra, colui che governava la giustizia dell’amore per il bene di tutti gli esseri, non solo gli uomini, ma anche gli animali, le piante e i minerali. Il Faraone era anche chiamato “la Grande Casa”, perché in lui tutti gli esseri venivano presi in considerazione, potevano trovare il loro posto e si adempivano pienamente, in armonia con il tutto. Ma per la cerchia vicina al Faraone, costituita essenzialmente da sacerdoti e sacerdotesse iniziati nei più alti misteri della vita, il Faraone era la manifestazione del Dio Thot Ra, colui che trasmette conoscenza divina, educazione universale, legge divina, la Torah. La Torah non si limita quindi alla tradizione ebraica poiché proviene dall’Egitto e prima di esso, dal grande Enoch, il padre fondatore della Tradizione Essena, della tradizione dei Figli della Luce. “Thora” è un’abbreviazione di “Thot Ra”, che significa l’insegnamento del Sole, della Luce. Quindi, attraverso questo sacro nome, Mosè ci rivela la sua filiazione diretta con l’Egitto, da cui ha ricevuto tutta la sua conoscenza. È questa conoscenza che proviene dai grandi ierofanti egiziani – e che aveva ricevuto in una nuova forma sul Monte Sinai – che egli ha inciso nella pietra per rendere le tavole della Legge le basi della Torah. Nell’antico Egitto, queste sacre tavolette erano conosciute come “cartigli dei faraoni”. E proprio mentre Mosè riservava la dottrina esoterica della Torah agli unici sacerdoti custodi dell’Alleanza, il Faraone rivelò il significato profondo e vero dei suoi cartigli solo a coloro che si erano dimostrati degni dopo aver trionfato sulle prove del ‘Iniziazione. Solo il Faraone può trasmettere la Kabala Oggi, per molti cabalisti o spiritisti, la Kabala è un corpus di libri che servono da riferimento. Non nego il valore di tali libri e insegnamenti che derivano da un’autentica tradizione, ma sono solo tracce di qualcosa che esisteva in un lontano passato, che era allora vivo e che agiva in potere e gloria, ma che non possiamo immaginare con la nostra visione limitata e i nostri sensi, condizionati e formati da una cultura essenzialmente materiale, priva di anima e intelligenza. In un lontano passato, la Kabala designò il corpo della Tradizione della Luce manifestata attraverso un uomo preparato ed eletto da un mondo superiore per compiere questa missione. È attraverso questo corpo, e solo attraverso di esso, che può essere trasmesso l’insegnamento della Luce, la conoscenza divina e l’Iniziazione.Infatti, non solo la trasmissione non può avvenire senza la presenza di un Maestro vivente, ma soprattutto non ha significato, nessuno scopo. Portare il Mondo Divino nella vita sulla terra attraverso un Maestro, come può essere la Ronda degli Arcangeli per i nostri tempi, è l’obiettivo della Kabala, dell’insegnamento divino. Inoltre, i libri che contengono i misteri sono sempre sigillati e solo la presenza della vita attraverso un Maestro autentico può ravvivare la parola e aprire i sigilli in colui che si è mostrato degno di essa. Anche in sua presenza, anche quando sono collettivi nella loro realizzazione ultima, la rivelazione e il viaggio sono sempre individuali. La parola “Kabala” significa in realtà “Tradizione”, “trasmissione”, ma il segreto sta in colui che trasmette. Se non è presente alcun trasmettitore, non è possibile trasmettere nulla. Enoch e il segreto del roveto ardente “Enoch” deriva da “anouki”, che significa “vita” e che troviamo nella croce della vita degli egiziani sotto il nome di “ankh”, vale a dire “anouki” senza le vocali, perché gli egiziani non hanno scritto le vocali. Gli egiziani diedero il nome “ankh” al loro simbolo centrale in omaggio a ciò che consideravano il loro padre, il grande Enoch, il padre della Tradizione dei Figli della Luce e ciò che porta la vita. La Tradizione essena riporta che il roveto ardente, che Mosè in realtà incontrò, designa il corpo di Luce di Enoch. Questo corpo di Luce è la vera Arca dell’Alleanza, perché contiene la memoria divina di Enoch, e quindi della conoscenza divina che consente all’uomo di intraprendere il cammino di ascesa al Padre portando con sé tutta la terra. La croce “ankh” tenuta dai Faraoni nella loro mano destra rappresentava quindi il corpo di Luce di Enoch. Pertanto, nessun uomo può diventare un autentico Maestro o un Figlio della Luce se non è collegato in un modo o nell’altro alla memoria di Enoch. Il Tetragramma, il segreto del Nome di Dio di 4 lettere In quasi tutte le tradizioni dei popoli,

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L’uomo è lo strumento e il libro dell’alto sapere degli Dei

Salmo 121 dell’Arcangelo Uriele 26. In numerose tradizioni, l’arte del movimento corporeo è stata insegnata sotto varie forme. 27. Questo sapere è stato principalmente conosciuto nelle scuole dei misteri dove i saggi studiavano l’uomo in quanto scrittura dell’intelligenza superiore degli Dei. L’uomo veniva utilizzato come strumento per produrre certuni risultati in diversi mondi e mantenere l’alleanza con il mondo divino sulla terra. L’uomo era lo strumento che portava la benedizione della vita in tutti i regni. Egli era l’equilibrio e l’alleanza dei mondi, facendo trionfare il Padre fin dentro le profondità. 28. Oggigiorno, la Nazione Essena è una resurrezione di questa saggezza, un movimento che riappare sulla terra. Non è un movimento marziale atto al combattimento ma di saggezza, di scambi armoniosi, di guarigione e di realizzazione fin dentro la materia. 29. Colui che aspira a incontrare la saggezza e a poter vivere e operare con essa deve sapere come deve fare, quali ne sono le chiavi, il metodo, gli strumenti. La Nazione Essena sta per concretizzare questo sapere ed aprire questo cammino. Colui che ha sete dovrà entrare nello studio e l’apprendimento, ad immagine di un bambino che comincia a gattonare a 4 zampe e riesce a raddrizzarsi, impara a reggersi sui 2 piedi e a fare i suoi primi passi per poi diventare un maestro dell’andatura. 30. Padroneggiare una cosa sul piano fisico non significa per forza che essa sia risvegliata e padroneggiata negli altri piani dell’esistenza. 31. Attraverso l’arte del movimento esseno, occorrerà imparare nuovamente il linguaggio universale, ritrovare il verbo delle origini tramite il corpo. 32. Il corpo dev’essere considerato un rivelatore di ciò che succede in un altro mondo, un microcosmo del macrocosmo. È una grande saggezza che deve essere approfondita. 33. L’uomo deve imparare nuovamente a camminare, a parlare con il suo cuore, con la sua anima, ma anche con le sue mani e il suo corpo. Deve imparare a far entrare il proprio corpo nella dimensione del sacro, del grande invisibile al fine di stabilire un contatto vivente e saggio con il mistero, allo scopo di far apparire le energie, le forze, le influenze, le entità che vivono nel corpo e attorno al corpo. 34. Tutte le tradizioni che hanno coltivato il gran sapere del corpo e che hanno messo il corpo in movimento al fine di raggiungere uno stato di risveglio e di padronanza sono buone. La loro motivazione profonda spesso era l’arte del combattimento. 35. Gli Esseni, loro, sono essenzialmente dei sacerdoti, dei magi e dei terapeuti. La loro arte del movimento deve mirare a riconnettere il corpo alla sua origine divina, a farne uno strumento delle influenze superiori e anche a guarire, a dar sollievo, a equilibrare ciò che non va nella vostra vita e nella vita di tutti gli esseri che ve lo chiedono. Ecco perché voi dovete trovare il linguaggio del corpo attraverso la saggezza della Madre. 36. La Madre è molto spesso incompresa, poiché Ella non si riassume nel principio femminile: Elle è la fonte di tutto e di tutti. Ella è il grande principio dell’unità, e pertanto della fratellanza, della grande famiglia. 37. Gli uomini placano i loro concetti, le loro comprensioni, le loro limitazioni su tutto e si rinchiudono loro stessi, staccandosi dalla grande vita, dal grande corpo, dalla grande saggezza. 38. La Madre è la sostanza nutrice di ogni cosa. Ella dà la vita e fa apparire la vita. Allora, i mondi invisibili possono venire all’interno delle forme per conferirle un’anima, un destino, una coscienza. 39. La Madre forma tutto ciò che contiene affinché lo spirito, ciò che è invisibile e non contenuto, possa venire contenuto ed esprimersi per generare il mondo. 40. Colui che, nel cuore delle tenebre, sarà rimasto fedele a ciò che è vero e grande, e avrà compiuto le opere della Luce nell’impersonalità e la purezza, sarà benedetto e accolto nelle sfere della luce immortale. 41. Non è mai stato detto che il cammino dell’uomo sulla terra sia facile; è un cammino di prove. Ma colui che avrà trionfato sulla tentazione per amore della Luce, fino a farsi un corpo di Luce verrà giustificato ed entrerà nei mondi veri e puri, laddove lo attendono i segreti della Luce. 42. Voi potete studiare di già questi segreti se entrate nell’apprendimento della saggezza attraverso il vostro corpo. Lì risiede una grandezza insospettata, delle forze incalcolabili, una grande energia e delle capacità divine. 43. Riprendete in mano ciò che appartiene a voi, fatelo fruttificare, siate senza paura, senza ombra, siate radicati nella Tradizione. 44. Studiate, portate la Luce laddove voi siete, risvegliatevi, osservate, e recupererete il vostro corpo, questo strumento che vi permetterà di entrare in una risonanza armoniosa divina con tutti i mondi. 45. Io insegno ai re e guido loro. 46. Siate regali, al servizio del re. Diventate il suo corpo. Mettete i vostri organi al suo servizio e la sua regalità sarà su di voi e con voi.

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