Dio il Padre-Madre e la Grande Famiglia Universale
Il ruolo dell’uomo è quello di essere un intermediario tra il Cielo e la Terra. Le parole dei Profeti e degli Inviati di Dio sono illuminate dalla Luce della Tradizione Primordiale ed assumono una profondità inaspettata, universale, che merita di essere meditata. In quest’alleanza millenaria, noi abbiamo un Padre, il cielo al di sopra di noi, e una Madre, la terra sotto i nostri piedi, che insieme ci riuniscono in una sola famiglia, facendo di ogni creatura vivente sulla Terra i nostri fratelli nella grande famiglia universale. “Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni si prolunghino nel paese che l’Eterno, tuo Dio, ti dona.” (Esodo 20:12) All’inizio Dio solo è. Egli è il grande “Io Sono Colui che è” che parla a Mosè sul Monte Sinai, è Jahvé, Jehovah, l’Eterno, il Padre-Madre, la sorgente originale in tutte le tradizioni, qualunque sia il nome che gli viene dato nel mondo. Poiché all’origine Dio solo esiste, Egli non può creare se non a partire da Se stesso, dalla Sua propria sostanza ed energia. Questa visione ci rimanda a ciò che gli indù chiamano “Brahma”, l’aspetto creatore della Divinità unica. Noi, gli uomini, viviamo nel mondo della dualità. È sufficiente guardare intorno a noi per comprendere come ogni cosa abbia il suo complementare: il giorno e la notte, l’inspirazione e l’espirazione, l’uomo e la donna, la nascita e la morte, l’intangibile e il tangibile. In effetti, ci è spesso difficile concepire l’aspetto visibile ed invisibile di ogni cosa, ma ci sono alcune religioni, come il Taoismo, che hanno ben spiegato questo paradosso attraverso il simbolo sacro dello Yin e dello Yang. Il Tao è un simbolo di Dio il Padre-Madre. Questo approccio unificatore mette fine all’antico dibattito filosofico sulla seguente questione: “Dio è immanente o trascendente?” Dio il Padre Nel suo principio Yang, maschile, Dio è al di là di ogni cosa visibile. Egli è il Grande Spirito degli Indo-americani, il Para Brahman degli Induisti, l’ultima Vacuità dei Buddhisti, il Padre di Gesù di cui parla San Giovanni nel suo Vangelo: “Nessuno ha mai visto Dio; il Figlio unico, che è rivolto verso il seno del Padre, Lui, lo ha fatto conoscere.” (Giovanni 1:18). Dio la Madre Nel Suo principio Yin, femminile, Dio si manifesta attraverso la Grande Natura. Tutto ciò che si può vedere è Lui, o meglio Lei, Dio la Madre. La Terra sulla quale camminiamo, l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, il fuoco che ci riscalda fanno parte del suo corpo che ci viene offerto come un nutrimento. Così, Dio nella natura vivente è come una Madre che nutre i suoi bambini. In che modo può nutrirli? A partire dalle sostanze del suo corpo. La Terra ci porta con saggezza e amore. Essa ci nutre, ci protegge, forma i nostri corpi e ci permette di appoggiarci su di Lei per poterci elevare più in alto, verso le stelle, verso il Padre. In questo senso, la Terra è associata al principio di Dio la Madre. Lei rappresenta questo Principio e ne forma l’immagine, l’esempio perfetto. Gli Esseni, come gli Indo-americani o come tutti gli altri popoli primordiali, la nominano Madre-Terra o Madre. La Grande Famiglia Universale Noi siamo tutti nati dall’incontro dello Spirito e della materia, del Cielo e della Terra: del Padre e della Madre. Di conseguenza, siamo tutti fratelli e sorelle davanti a Dio e, insieme, formiamo la grande famiglia universale. Questa fratellanza non si limita soltanto all’umanità. Essa ingloba tutti gli esseri e tutti i regni della Creazione ed è stata l’ispiratrice del pensiero di San Francesco d’Assisi che vedeva un fratello nell’albero, nell’uccello, nel lupo, nel sole. Sulla Terra, l’uomo ha la funzione di fratello maggiore, egli è responsabile di tutti i suoi piccoli fratelli, cioè tutte le creature del mondo. Egli deve amarle e prendersene cura e se sceglie di non farlo, sarà chiamato a rispondere delle sue azioni, fino a che non avrà compreso la lezione e l’importanza delle parole di Gesù: “Ciò che tu fai al più piccolo tra i miei, è a Me che lo fai.” (Matteo 25:40) I 7 Regni della Creazione Nella Bibbia, è detto che Dio creò il mondo in sette giorni. Per intenderci: questi sette giorni sono simbolici e rappresentano in realtà un periodo molto lungo. I sette giorni della Genesi corrispondono alle sette tappe della condensazione dello Spirito nella materia. Essi corrispondono ai sette regni che sono: i minerali, i vegetali, gli animali, gli uomini, gli Angeli, gli Arcangeli, gli Dei o Elohim. La simbologia del numero sette è evidente anche nelle sette note della musica: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si; nei sette colori dell’arcobaleno: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, violetto; nei sette giorni della settimana, e così via. La condensazione dello Spirito nella materia è simile al cambiamento di stato dell’elemento acqua che, dal vapore si trasforma in ghiaccio. Questo processo avviene a seguito di un abbassamento delle vibrazioni della materia, di un rallentamento della danza delle particelle. Lo stesso avviene per lo spirito, essendo strettamente legato al “tasso vibratorio” di un essere, ma ciò che avviene in questo caso è una perdita di coscienza, un addormentamento di tutto ciò che è sottile e vasto. Allora, l’eternità entra nel tempo, l’infinito diviene limitato e si ferma. Nel quadro della nascita della Creazione, secondo la Tradizione Primordiale, il processo di condensazione è cominciato con gli Dei, anche chiamati Elohim, ed è terminato con i minerali. Questa gerarchia dei sette regni della Creazione è rappresentata dalla Menorah, il candelabro a sette braccia, di cui ogni candela porta un colore dell’arcobaleno (rosso per i minerali e così via). Nella Menorah, la cui precisa descrizione fu fatta da Mosè quando egli ricevette l’ordine divino di fabbricarla (Esodo 25), il regno dell’uomo è rappresentato dal braccio centrale. Questo porta in sé tutti i regni, li unifica. Questo simbolo vivente ci ricorda che l’essere umano è stato inviato sulla Terra per unificare la terra, il visibile (minerali, vegetali, animali) e il cielo, l’invisibile (Angeli, Arcangeli, Dei),
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